Il Servizio Civile Nazionale è l’esperienza di un anno d’impegno, nella formazione e nel servizio, in un progetto presso un ente, in Italia o all’estero, scelto nei campi di:
Il Servizio Civile Nazionale è un modo per difendere la patria con mezzi ed attività non militari e per realizzare i principi di solidarietà sociale sanciti dalla nostra Costituzione.
È quindi una possibilità per i giovani di dedicare 12 mesi della propria vita a se stessi e agli altri formandosi, acquisendo conoscenze ed esperienze e maturando una propria coscienza civica.
È rivolto ai giovani di nazionalità italiana, uomini e donne dai 18 ai 28 anni, che godono di diritti civili e politici, che non siano mai stati condannati in tribunale e che siano fisicamente idonei.
Per i volontari è previsto un compenso mensile di 433,80 €.
Il riconoscimento ai fini previdenziali e assistenza sanitaria gratuita.
Il riconoscimento di un punteggio nei concorsi pubblici e di crediti formativi da parte delle università convenzionate.
La Caritas è l’organismo pastorale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione della carità. In occasione del convegno ecclesiale del 1976 ha ricevuto dalla Chiesa italiana il compito di promuovere il Servizio Civile in ambito ecclesiale affinché i giovani potessero vivere un’esperienza forte di crescita umana e cristiana e di maturazione della coscienza civica.
L’esperienza di Servizio Civile in Caritas si fonda su quattro “pilastri”:
A termoli, con sede di attuazione nella parrocchia di S.Antonio, si pone come obiettivo di implementare i servizi agli anziani, instaurare relazioni basate sull’affettività, curare le relazioni con i familiari, avviare una collaborazione con l’amministrazione comunale e una rete di solidarietà condominiale e di quartiere.
Riccelli Rossella - Liberatore Lorena - D'Aulerio Viviana - De Chiro AlessandraL’obiettivo generale del progetto è quello di consolidare la presenza del Centro di Ascolto nel territorio attraverso lo sviluppo della sua specificità (ascolto,orientamento e accompagnamento) e coltivare le proprie competenze(essere antenna dei bisogni) in spirito di effettiva collaborazione con le altre realtà, organizzate e non, che sono presenti all’interno della comunità o favorendone la costituzione.
Ecclissi Sara - Pasquino Maria Teresa - De Soccio Carmen - Santoro PasqualinaPonendo come premessa la valenza civica e pedagogica l’ esperienza da parte dei giovani volontari, tratta dalla conoscenza diretta del fenomeno dell’immigrazione, e più in generale del disagio sociale.
L’obiettivo del presente lavoro è quello di migliorare e implementare i servizi già in essere sia in termini quantitativi che qualitativi attraverso l’instaurazione di relazioni di accoglienza e ascolto, in modo tale da rafforzare e ampliare le basi di una rete di supporto che permetta di promuovere l’utente per mezzo del passaggio da un ottica di carattere puramente caritativo (rispondere ai bisogni primari), ad una che vede nella promozione umana il suo elemento più nobile.
Implementare i servizi agli anziani, animare la comunità affinché svolga un servizio specifico alle persone sia tramite reti di solidarietà condominiale con i propri vicini (informale), che attraverso una formale collaborazione con il Comune e con le realtà da esso avviate in tale settore sul territorio di riferimento.
Consolidare la presenza del Centro di Ascolto nel territorio attraverso lo sviluppo della sua specificità (ascolto, orientamento e accompagnamento) e coltivare le proprie competenze (essere antenna dei bisogni) in spirito di effettiva collaborazione con le altre realtà, organizzate e non, che sono presenti all’interno della comunità o favorendone la costituzione.
Pensarsi come “una” delle risorse che realizza i suoi obiettivi nella misura in cui si pone in relazione, in rete, con le altre, costituisce un atteggiamento fondamentale in chi intende strutturare al meglio un’esperienza di Centro di Ascolto.
In generale il progetto mira a conseguire l’obiettivo di migliorare l’interazione tra culture diverse agendo fondamentalmente sui minori, essendo tale periodo di crescita quello più fecondo per l’apprendimento di valori indispensabili per la strutturazione della personalità futura dell’individuo.
A corollario di questo e tenuto conto che l’apprendimento dell’individuo prosegue per tutto l’arco della sua esistenza si è ritenuto necessario strutturare interventi di sensibilizzazione ed educazione rivolti anche ad adulti. Al fine di trasmettere a queste figure fondamentali in quanto ricoprenti il ruolo di educatori sia istituzionalmente che informalmente, strumenti didattici e valoriali necessari a garantire la sostenibilità futura dell’obiettivo conseguito.
Quando, quasi una anno e mezzo fa, mi è stato proposto di intraprendere un nuovo progetto di Servizio Civile non sapevo esattamnete a che cosa stavo andando incontro. Ero in una fase della mia vita in cui avevo concluso l'università e stavo inerme e quasi attonito davanti al mondo del lavoro. "Proviamoci..." ho pensato allora "...tanto bene o male qualche soldino nelle casse malandate di un povero 25enne entra lo stesso e sono libero di finirla quando voglio". Così con le intenzioni di "volare basso" ho iniziato il progetto che adesso è anche il mio progetto "L'altra parte del cielo". Un Gruppo di dieci persone -poi subito ridotto a nove- composto da sette femminucce e due maschietti.
Fin da subito ci fu chiaro che il lavoro da sostenere era tanto e vari erano i servizi su cui eravamo impegnati: dalla mensa del povero al servizio docce, dal Centro d'Ascolto all'accompagnamento scolastico per bambini a cui davamo una mano nel fare i compiti. E tutti questi servizi ci portavano dentro a realtà diverse ognuna con la sua chiave di interpretazione da saper leggere tra le righe. Ed ogni situazione, drammatica e reale che era, andava affrontata con un metodo diverso ed efficace.
Dopo un paio di mesi ho iniziato a cambiare idea sul mio "lavoro". Non consisteva semplicemente nello svolgere bene e senza errori il proprio compitino ma c'era qualcosa min più che guadagnavo e no entrava in tasca ma un pò più su. La parola forte che accompagnava le mie giornate al Servizio Civile era dignità. Ogni persona che incontravamo aveva fatto una scelta di vita pagandone a caro prezzo le conseguenze. Chi aveva perso il lavoro, chi gli affetti. Nessuno di loro ha mai rimpianto ciò che la vita gli aveva offerto. Una faccia tosta come tosto era il pavimento su cui dormivano.
Il rapporto, con le persone che venivano di più a mensa, è lungo da edificare. Gente schiva, isolata e sola. Un ottimo gruppo di Servizio Civile è stato capace di essere vicino a persone disperate offrendo ascolto a chi doveva solo parlare e sfogarsi oppure avere parole di conforto per chi cercava sostegno. Solo una costante presenza nei luoghi del servizio ha portato a comprenderli a fondo a giustificarli qualche volta ma mai ad additarli con stupidi pregiudizi. Il servizio civile è stato capace di essere strumento di accoglienza anche per molti stranieri che hanno deciso di venire a cercar fortuna in Italia.
Insomma un anno bello e volato via troppo in fretta con tante amicizie. Un anno che mi ha cambiato la vita sicuramente in meglio e con nuovo slancio per essere più Caritas che mai.