“Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.” (Lc 10, 33-35)
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      Progetto “Arcobaleno sorriso di Dio”

      Casa di accoglienza in favore degli ospiti
      della Casa Circondariale di Larino e dei loro familiari

  • Come spiegato in modo lucido e schietto nel sussidio “liberare la pena”, la conversione avviene attraverso il riconoscimento di dignità e di libertà, per ciascuno; perché la libertà abbia questo potere di educare, va intesa come modo per stare in rapporto con gli altri e non come via di separazione da essi.

    Lo stesso Giovanni Paolo II nel messaggio del 1997 per la giornata mondiale della pace diceva: “Nessuna punizione può mortificare l’inalienabile dignità di chi ha compiuto il male. Le porte verso il pentimento e la riabilitazione devono restare sempre aperte.”. Ed è in funzione di tali valori che la Chiesa locale di Termoli – Larino, offre alla Comunità da circa tre anni, un segno forte di impegno socialmente utile, a favore degli ospiti della Casa Circondariale di Larino e dei loro familiari. Tale iniziativa prende il via dalla considerazione delle reali difficoltà di carattere normativo che rendono estremamente difficoltoso per i detenuti incontrare i propri familiari nei luoghi di origine, o quelle situazioni che vedono gli ospiti della casa circondariale costretti a passare un giorno di permesso all’interno della propria cella perché troppo lontani da casa o peggio, perché casa non hanno. A questa motivazione si affianca la constatazione di relazionarsi con nuclei familiari in condizioni pessime oltre che in ambito socio-relazionale, soprattutto sotto l’aspetto delle condizioni economiche le quali troppo spesso sono al di sotto della soglia di povertà. Ed è proprio nella speranza di dare un sostegno se pur piccolo, alle famiglie che vivono questa drammatica condizione che abbiamo dato vita ad una casa di accoglienza.

    Questa, risulta composta da due appartamenti con ingressi indipendenti. Il primo di mq 57 circa ed il secondo di mq 45. ogni appartamento può ospitare 3 o 4 persone, a seconda dell’età e della parentela, per comprensibile minima riservatezza reciproca.

    Tale struttura, ha visto crescere costantemente il numero di richieste evase, le quali sono passate dalle 68 persone per un totale di 16 nuclei familiari ospitati nel 2003, alle 196 persone per un totale di 58 nuclei familiari ospitati nel 2005. Tale numero tende ad aumentare anche nel 2006 che ha visto nei primi 5 mesi dell’anno 100 ospiti per un totale di 30 nuclei familiari.

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